Glad to had contribute helping Annalisa Camilli to show up Limoni Podcast live. With Marzia Coronati and Dario Coletta. @Internazionale
Exhibitions
In mostra a Matera 2019
In mostra a Matera, insieme a molti altri colleghi, alcune delle mie foto sul doposisma in Abruzzo. Grazie ad Antonio Di Giacomo.
Terrae Motus
Geografie e storie dell’Italia fragile dal 27 settembre 2019 al 20 gennaio 2020
Palazzo Acito, Matera
A Matera 2019 si realizzerà, a partire dal decennale del sisma che il 6 aprile 2009 ha distrutto L’Aquila, una grande mostra fotografica che vuole rappresentare un’occasione per operare una riflessione sulle problematiche della gestione del doposisma nell’intero Paese, anche e soprattutto alla luce della evidente vulnerabilità del Paese come testimoniano i terremoti del 2016/2017 nel Centro Italia e, allo stesso tempo, l’ultimo mezzo secolo di terremoti: dal sisma del Belice nel 1968 a quello del 23 novembre 1980 in Irpinia e Basilicata.
La mostra è l’evoluzione naturale del progetto non profit “Lo Stato delle cose. Geografie e storie del doposisma” – il primo osservatorio di fotografia sociale e documentaria sull’Italia colpita dal terremoto, ideato e curato dal giornalista Antonio Di Giacomo – nato dall’intento di documentare non solo gli effetti devastanti del terremoto, quanto per accompagnare e sostenere la ricostruzione necessaria delle Italie ferite dai terremoti. ...continua a leggere.
Lìmine in mostra a Fabbrica Roma
Dal 5 al 7 ottobre
Ex Cartiera Latina - Via Appia Antica 42
Venerdì 5 ottobre
ITINERARI
Ore 16.30 – 22.30
LIMINE
Margini, confini, dintorni: indagine ai limiti di una città. Si intitola così la mostra, a cura di Massimo Siragusa (Catania, 1958), che espone i lavori di sette fotografi. Sette sguardi su luoghi e perimetri della capitale. Ma non si tratta di un'analisi dei confini fisici e urbani tra zone della città, quanto piuttosto di una resa dei passaggi di stato, anche emotivo. L’installazione, nel suo complesso, tende più a inglobare situazioni diverse sotto lo stesso cielo che a sancire divisioni. Fotografie di Vincenzo Labellarte, Paolo Fusco, Daniele Cametti Aspri, Michele Vittori, Gabriele Lungarella, Mauro Quirini, Michele Miele. Progetto del Collettivo Fotografico Lìmine
Passeggiate Fotografiche
Tre giornate di Passeggiate Fotografiche in città, cinque percorsi reali o metaforici dal venerdi alla domenica, per scoprire insieme a personalità di eccezione luoghi e personaggi della fotografia attraverso mostre, incontri, visite guidate, archivi aperti, laboratori, performance, proiezioni e progetti inediti. Un palinsesto diffuso e un programma ricco di eventi, con un calendario di appuntamenti in primo piano, per valorizzare le molteplici identità della scena fotografica romana e avvicinare tutti i cittadini alla fotografia quale strumento di memoria, forma di espressione artistica e linguaggio contemporaneo.
Per questa occasione, la casa-studio di DER LAB si apre al pubblico per un talk/proiezione con Massimo Siragusa e Gianluca Peluffo: un confronto che coinvolge uno degli sguardi più affermati del panorama fotografico italiano e una delle firme più interessanti dell'architettura contemporanea in una lettura condivisa del paesaggio urbano.
In occasione dell'incontro, Massimo Siragusa proietterà un'anteprima del suo nuovo lavoro sulle periferie romane e gli autori del photobook Lìmine, Guida ai Limiti di una Città, curato da DER*LAB, presenteranno una selezione di stampe del loro progetto esposte alle pareti della casa.
L'evento è organizzato in collaborazione con Matca Studio.
Passeggiate fotografiche Romane
Pictures from Home - Chiacchierate fotografiche nel salotto di DER LAB
Talk di Gianluca Peluffo e Massimo Siragusa
Mostra di LìMINE. Guida ai limiti di una città
16 dicembre | dalle 19.00 alle 20.00
via Capua 11, Roma - Scala B, interno 7
Evento a numero chiuso (max 45 persone). Per prenotazioni: info@dollseyereflex.org
Presentazione di Lìmine al Photolux Festival
VENERDì 8 DICEMBRE ore 16:00 | Auditorium Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, via San Micheletto, 8
Presentazione del progetto e libro Lìmine, a cura di der*lab, con il fotografo Vincenzo Labellarte e i curatori Massimo Siragusa e Irene Alison
Roma ai lati. IL magazine del Sole24ore
Roma ai lati, IL magazine del sole24ore
Read MoreIndagine ai limiti di una città
a cura di Massimo Siragusa
La mostra fotografica fa parte del progetto LIMINE – Indagine ai limiti di una città, che diventerà un libro fotografico in uscita prossimamente, progettato da Irene Alison per DER*LAB e in prevendita qui.
L’idea che sta alla base di questo progetto espositivo e di questa riflessione corale e fotografica prende spunto dalla frase del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman: “…I confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano…”
Sette progetti realizzati da altrettanti fotografi, che hanno intrapreso un viaggio personale intorno all’idea di margine. La sensibilità e la visione di ognuno di loro si sono confrontate con questo concetto, che non è inteso solo come confine di spazio, né soltanto come misura di tempo, ma rappresenta un'altra dimensione, multiforme e mutevole.
Un lavoro che si articola in un continuo dialogo tra piani diversi che, però, tende quasi a sottolineare le similitudini, piuttosto che a rimarcare le differenze.
A cura di Massimo Siragusa
Fotografie di:
Vincenzo Labellarte
Daniele Cametti Aspri
Mauro Quirini
Paolo Fusco
Michele Miele
Gabriele Lungarella (Gae Lua)
Michele Vittori
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Info mostra
Dal 17 novembre al 7 dicembre 2016
Inaugurazione mercoledì 16 novembre ore 19
Officine Fotografiche Roma
via Giuseppe Libetta, 1
Orari mostra
dal lunedì al venerdì 10.00 – 13.30 / 14.30 – 19.00
Chiusura sabato – domenica e festivi.
Middle-Earth. A journey inside Elica
Inaugurazione della mostra presso la Fondazione Ermanno Casoli
in occasione del Salone del Mobile di Milano.
Committente: Elica s.p.a.
on assignment for
Fondazione Ermanno Casoli
Exhibition opening
Luogo Showroom ELICA
Via Pontaccio n. 8 - Milano
Il Fantasma del Nolli
Committente: stARTT
on assignment for
stARTT
Exhibition opening
2014 | Ex Corderie dell’Arsenale – Venezia
Fundamentals – Monditalia – 14° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
progettisti stARTT
Il Fantasma del Nolli presenta il caso studio dell’Ospedale San Giacomo di Roma, antica istituzione pubblica della città, codice 476-480 della mappa del Nolli, chiuso nel 2008 dalla Regione Lazio, all’interno delle misure per il controllo della spesa. L’ospedale, fondato nel 1339, viene chiuso il 31 ottobre 2008 e l’edificio inserito all’interno di un fondo immobiliare destinato alla vendita.
Fin qui sembra una delle tante operazioni di valorizzazione privata del patrimonio immobiliare pubblico. Pochi giorni prima però, presso l’Archivio di Stato di Roma viene ritrovato il testamento del Cardinale Antonio Maria Salviati, che aveva voluto la ristrutturazione del complesso sanitario nel XVI secolo:
In Nomine Domini e per volere del potente prelato l’Ospedale San Giacomo, proprietà della famiglia Salviati, viene donato alle Istituzioni Sanitarie del Popolo Romano e l’edificio destinato ad uso pubblico a patto che ne venga salvaguardata la funzione sanitaria; in caso contrario gli eredi della famiglia ne rientrerebbero in possesso.
Il ritrovamento del documento mette in questione la procedura di alienazione da parte del governo regionale - ultimo discendente delle antiche istituzioni del popolo romano in materia di sanità. Nonostante questo l’ospedale, perfettamente funzionante, viene chiuso; ma il complesso resta abbandonato, al centro del conflitto giudiziario tra l’amministrazione pubblica che ne difende la cartolarizzazione e i privati – i Salviati più le associazioni cittadine - che ne difendono l’uso ospedaliero.
La vicenda del San Giacomo parla delle tensioni e dei conflitti al tempo della crisi che attraversano l’architettura e gli spazi pubblici, quali forma fisica dell’infrastruttura urbana della città europea. La sua chiusura pone insieme la questione dello statuto del patrimonio, del ruolo delle Istituzioni del welfare e dell’identità della città europea, che si è articolata e stratificata intorno alle grandi istituzioni pubbliche.
Nella sua sospensione di corpo fantasma, Il San Giacomo rappresenta una risorsa latente e potente, da interrogare -con la forma del progetto?- per immaginare il futuro e ripensare l’architettura dei commons, in particolare della sanità, al tempo della società dell’informazione, dentro i tessuti compatti e altamente artificiali della nostra condizione urbana contemporanea e oltre i processi di crisi.
NewCiMed Exhibition opening
Amman, Jordan National Museum "Newcimed | New Cities of Mediterranean Sea Basin".
This work is the result of an assignment for New Cities of the Mediterranean Sea basin, a stantard project of ENPI CBC MED programme funded by European Union under the Joint Managing Authority Autonomous Region of Sardinia.
The Newcimed project focuses on enhancing the cultural heritage and the territorial planning capacities of the “New Cities” with a holistic, systematic and strategic multisectoral planning.
The so-called “New Towns” is a urban phenomenon which is diffused in the Mediterranean area. A new town is a city or community that was carefully planned from its inception and is typically constructed in a previously undeveloped area.
Six photographers have been called to document Al Tafila area in Jordan.
The entire work was exhibited in December 2013 in the Jordan Museum of Amman.
Ab Ovo2 - Oméopathie
On line le foto dell'inaugurazione della mostra curata dallo studio stARTT presso il Museo delle Scuderie Aldobrandini.
on assignment for
stARTT
Exhibition opening
2010 | Frascati - Museo delle Scuderie Aldobrandini
AB OVO² – L’ORIGINE E LA FORMA
idea Claudio Abate
progettisti stARTT
64 opere d’arte all’interno di un’opera d’arte. L’intervento di allestimento della seconda edizione di Ab Ovo si inserisce nella elaborata costruzione spaziale delle scuderie Aldobrandini di Frascati, opera dello studio Fuksas. La soluzione per il progetto espositivo sceglie di rinunciare ad ogni postura impositiva, piuttosto si scioglie, quasi in maniera omeopatica, nello spazio senza negare la stratificazione dei linguaggi e dei segni presente, alla ricerca di dialogo con il contenitore architettonico e la collezione permanente. Ogni opera trova la sua naturale collocazione costruendo inedite relazioni con lo spazio realizzato dall’architetto romano e la raccolta archeologica, in un continuo rimando di sguardi e citazioni. In questo modo vengono accostate le terracotte dei Lari e dei Penati, il volto di Costantino, la testa d’uom(v)o di Ottavio Celestino, la croce di Jannis Kounellis, il tappeto volante di Fuksas, i calchi acefali sospesi sulla parete magenta o l’Orizzontovale di Nunzio, in una sorta di parificazione dei reali che costruisce un nuovo spazio di sospensione a metà tra arte, architettura e archeologia.